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Ecchissenefrega

d1809eu1Esisteva una rubrica di «Cuore», il settimanale satirico in gran voga negli anni Novanta, animato da Michele Serra, Andrea Aloi e altri, che si intitolava Ecchissenefrega. Era un’invocazione ma anche un richiamo a dare il giusto peso alle cose. Vi si poteva leggere: «Francesco Alberoni: “Mia moglie ha scritto un libro bellissimo”»(ecchissenefrega), oppure «l’arcivescovo di Milano confessa alla stampa di non poter sopportare  il velluto rosa» (ecchissenefrega), oppure qualche altra amenità. Il titolo Ecchissenefrega enfatizzava l’effetto comico delle dichiarazioni che lo seguivano.
Oggi l’invocazione si attaglia benissimo ai titoli dei giornali che ci accompagnano nella nuova epica che coinvolge il capo. «Avvenire»: “Vogliamo un leader più sobrio”: ecchissenefrega; «la Repubblica»: “Berlusconi: tutte calunnie della sinistra e non è vero che frequento minorenni”: ecchissenefrega, «Corriere della Sera»: «Le foto di “papi” e il tormentone web Chi: scatti autentici, pronti a mostrarli»: ecchissenefrega.
Di fronte alla nuova questione che sconvolge l’Italia e la tormenta nel profondo, ognuno ha il diritto di dire di avere altri problemi, altre questioni che lo sconvolgono e lo tormentano.
Non saranno certo le fregole di un settantenne in andropausa ossessiva per le sue prestazioni a far dimenticare a tutti noi i problemi legati alla crisi economica che non è «dietro le spalle», come dice il governo, ma è ben presente con una prospettiva di una disoccupazione nel 2010 superiore al 9,9%.
Non saranno le evoluzioni di una coppia di ricchi in crisi a far dimenticare le urgenze di un terremoto ancora da superare, di un sistema scolastico e universitario depauperato, di una classe politica tremendamente inadeguata.
E non sarà l’arma di distrazione di massa di un bel divorzio a distogliere l’attenzione dalle prossime elezioni europee e amministrative, con i problemi connessi.
E poi, diciamocelo: ma qual è la notizia? Qual è lo stupore? Non lo sapevamo che Berlusconi coltiva il suo ego come un prezioso bonsai di cinquanta chili? Perché oggi fa notizia l’ennesimo calembour di chi si crede padrone non solo della roba, ma anche della coscienza collettiva?
Dare tutto questo peso alle vicende di Silvio e Veronica (o meglio, scusate, del presidente del Consiglio e della signora Miriam Bartolini, in arte Veronica Lario, sposata Berlusconi) non depone a favore della serietà del sistema informativo di un Paese ormai ubriacato e stupefatto dalle banalità.
Ci risveglieremo presto, temo. E sarà troppo tardi.


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