Nov

13

Crucifige! crucifige!

In fondo vanno capiti… Si sentono perseguitati. Non hanno modo di esprimere liberamente le loro opinioni senza essere attaccati. Sono portatori di valori perennemente in pericolo e per giunta vengono considerati dei fanatici in potenza da tutti. Eh, sì: la condizione dei non credenti e degli atei – o dei ‘diversamente credenti’ non è facile. Si arriva al punto di trasformare un simbolo religioso in un simbolo di civiltĂ , senza considerare che è la civiltĂ  a dare un senso, un peso e una autorevolezza alle credenze religiose, non il contrario.

Io sono d’accordo che chiunque, se vuole, può esporre un simbolo religioso dove vuole, soprattutto dal momento che ognuno di noi è tempio di Dio, secondo il Vangelo. Sono però contrario all’esposizione per forza, per obbligo, per memento preventivo: non fosse mai che qualcuno non sappia che viviamo in un Paese occidentale, figlio del Cristianesimo sì, ma anche della rivoluzione francese, dei principi del 1789, del confronto tra le grandi ideologie del Novecento che si sono configurato, e forse si configurano tutt’ora, come religioni laiche.

Chiunque quindi ha il diritto di esporre il suo simbolo, ma chiunque ha il diritto di contestarli, soprattutto se il simbolo religioso, posto all’interno di una struttura pubblica, implica un’adesione alla fede da parte delle istituzionic he devono essere, invece, neutrali.

La corte europea dei diritti dell’uomo ha semplicemente detto questo, non altro, non ha espresso un giudizio di valore sui simboli, ha detto che chiunque li può usare nel suo spazio. Ma non negli spazi di tutti.

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