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Quando un imbecille canta

La figura che ha fatto il parlamentare della Lega Salvini rischia di affogare nel ludibrio al quale questa classe di governo ci ha ormai abituato da qualche tempo a questa parte. Cos’ha fatto il Salvini? semplicemente è stato ripreso da un telefonino mentre canta una canzonaccia della Lega, insieme a suoi compagni di partito e col boccale di birra in bella vista in mano, durante una riunione leghista a Pontida. La canzonaccia paragona i napoletani, colerosi e terremotati, ai cani, e non è altro che una delle ennesime stupide canzoni che costellano l’immaginario eversivo della politica italiana, dal “ce ne freghiamo della galera” dei primi fasci al “se vedi nero spara a vista, o è un prete o è un fascista” degli anni di piombo. Ciò che cambia oggi è la chiosa preoccupata, quasi dotta se non ci si vergognasse a paragonare l’intellettualità vuota di Salvini a qualcosa che somigli a qualcosa di culturale, con la quale il leghista ha giustificato la sua performance canora: “era una canzone tra amici, la politica non c’entra nulla”. Col che Salvini ci informa che: 1) per lui la pratica politica è qualcosa di slegato dai comportamenti quotidiani anche privati (mi ricorda qualcosa, o meglio, qualcuno); 2) la posizione razzista la si deve negare pubblicamente ma può essere agita in privato, anche con la soddisfazione del branco; 3) c’è un senso di impunità che viene alimentato dalle battute dei compagni di coalizione del Salvini, tutti adesso in gara per scusare, giustificare, capire e motivare variamente la cosa.

Il bilancio è terribile: un parlamentare, rappresentante di tutti gli italiani, canta strofe razziste e discriminatorie nei confronti degli abitanti di una regione d’Italia, e tutto resta confinato nel folclore. Una salutare raffica di calci nel culo sarebbe la cura istintiva che verrebbe da suggerire a qualsiasi italiano, conscio di esserlo, che si trovasse a dover incontrare il Salvini per strada, e magari qualche salutare insulto che sottolineasse come, al di là di ogni valutazione politica e giudizio prospettico il Salvini con questa ultima uscita si confermi per quello che ha già ampiamente dimostrato di essere da tempo: un pirla di proporzioni continentali.
Vediamone il palmares: nel giugno 2005 il Parlamento europeo vota lo statuto che definisce lo status del parlamentare europeo, uguale per tutti i Paesi membri. Lo statuto definisce anche una retribuzione uguale per tutti i parlamentari europei, di qualsiasi paese, fissandola a 99.500 euro annui. Moltissimi votano a favore, ma Salvini vota contro, evidentemente affezionato a quella retribuzione che pure riceve dallo stato italiano come europarlamentare (144.00 euro annui) e che sicuramente è composta anche con i soldi dei contribuenti del Meridione.
Seconda uscita degna di essere ricordata: la proposta di riservare dei posti sui mezzi pubblici ai cittadini di etnia diversa da quella italiana, proposta che sembra provenire direttamente dal Sud Africa di Botha e dell’apartheid. Subito compaiono miriadi di manifestini con l’effige di Salvini e con scritto sotto PIRLA, affissi sui sedili della metro di MIlano.
Ma evidentemente Salvini prende sul serio il suo ruolo di giovane civilizzatore delle genti padane e, mortificato dalla gran lagna delle critiche pensa bene di sfogarsi con canzonacce idiote.
Risultato: Salvini ha bisogno di aiuto. Gli va fatto capire che risalendo indietro la serie dei suoi progenitori, di generazione in generazione, si giunge al risultato che Salvini nell’anno 1000 d.C. aveva 3.500.000 avi, ma che l’Italia in quel periodo aveva solo 2.500.000 di abitanti. Quindi anche lui, come tutti gli abitanti della terra, si trova a condividere con gli altri qualche ladro, qualche assassino, qualche essere umano non italiano e, evidentemente, qualche imbecille che ha dato il suo dna per far sì che oggi si sia quello che siamo. Come recita l’adagio, la madre degli imbecilli è sempre gravida, e magari è anche genitrice illeggittima con padre ignoto. Lui, il Salvini, ignaro di questa palese verità, pensa di essere lombardo purissimo, ma il suo tris-tris-tris-avolo era un pugliese con la scabbia, mentre il suo tris-tris-tris-tris-avolo era di Mantova, ma emigrato poi a Venezia e arruolato nelle galee della Serenissima a forza. Poi, rapito dagli arabi, si è rifatto una famiglia a Samarcanda ed è diventato iraniano…
Forza Salvini, ce la puoi fare anche tu a smettere di sparare cazzate razziste; ce la puoi fare anche tu a uscire dal tunnel dei luoghi comuni con i quali tu e il tuo partito di terroristi della ragione ammorbate ormai da decenni l’aria politica del Paese. Impermeabili a qualsiasi ragionamento, anche semplice, avulsi dai libri, dalla storia, dalla cultura, siete ormai un fenomeno da baraccone che, incredibilmente, sta pure al governo di questo sfortunato e imbelle Paese.
Oggi ti sei dimesso da parlamentare ed è un bene: così Roma ladrona non ti pagherà più lo stipendio che immaginiamo con che ribrezzo hai incassato in questi anni; tuttavia resti un europarlamentare, e magari con Borghezio pensi che si possa svilire il Parlamento europeo, dove si è seduto Altiero Spinelli e Simone Weil, con impotenti manifestazioni razziste… I razzisti e i nemici della ragione sono tra noi, e non hanno pudore a manifestarsi; facciamole noi le ronde, ma nei confronti di personaggi come Salvini, uomini che sviliscono la funzione che ricoprono, che gettano fango sugli italiani e sui cittadini di altre nazionalità, che credono di godere dell’impunità data dalla scarsa intelligenza. Facciamogli sentire il nostro sdegno e la nostra distanza. Loro, solo loro sono i veri extracomunitari. Extra da tutto, compresa l’intelligenza.


One Response to “Quando un imbecille canta”

  1. Il senso di Salvini per gli indagati – cantonenordovest Says:

    […] 3) nel giugno 2005 il Parlamento europeo vota lo statuto che definisce lo status del parlamentare europeo, uguale per tutti i Paesi membri. Lo statuto definisce anche una retribuzione uguale per tutti i parlamentari europei, di qualsiasi paese, fissandola a 99.500 euro annui. Moltissimi votano a favore, ma Salvini vota contro, evidentemente affezionato a quella retribuzione che pure riceve dallo Stato italiano come europarlamentare (144.00 euro annui) . Qs il link : http://www.pierograglia.eu/homepage/quando-un-imbecille-canta/ […]