Ott

1

Platoon (ovvero: “scusi, da che parte è il fronte?”)

Macché lista di proscrizione. Macché esagerazioni di controllori spietati e demopopulisti.
Semplice esercizio del diritto di un elettore di vedersi e sentirsi rappresentato. 59 deputati del PD sono mancati all’appello del voto sulla pregiudiziale di incostituzionalità sullo scudo fiscale promossa dall’IdV. Già il fatto che l’abbia proposta l’IdV e non il maggior (?) partito di opposizione (quale?) la dice lunga. Ma poi, eccheccazzo, vedete di esserci in aula al momento del voto!
Non fosse altro per la diaria che incassate quando ci state per altri motivi; non fosse altro perché siete pagati per fare quella roba lì e quindi, quando si fa l’appello, dovreste esserci.
Invece già si intuisce la sfilza di giustificazioni possibili: il congresso del PD in vista, migrazioni verso le sezioni a sostenere tizio o caio, rapporti con il territorio e con l’elettorato, inutilità di un voto contrario coi numeri esistenti.
Bene, vi dò una notizia: l’elettorato se ne sbatte di avere sotto il naso il suo pupillo fresco e profumato che gli parla dei magnifici destini del PD che verrà; lo vuole invece nella merda e nel fango a votare, a fare opposizione, a urlare lo sdegno che nessuno ascolterebbe se un qualsiasi Graglia, Leone, Lanteri si mettesse per strada a urlare: “Ladri! Schifosi! Vergogna!” contro un provvedimento che grazia e premia evasori fiscali e falsificatori di documenti contabili.

Vi abbiamo eletti per rappresentare qualcosa ma soprattutto per fare politica, fare opposizione, fare governo.
Sicuramente alcuni degli assenti avranno avuto motivi solidi per essere altrove; allo stesso modo è possibile che l’occasione di un voto che poteva mandare a gambe all’aria il governo non sia stata colta e compresa correttamente. Ammettiamolo. Ma, cristo, si tratta di un plotone di persone che hanno preso una cantonata incredibile; e anche se all’interno vi sono degnissime persone e amici, come Lapo Pistelli e Sandro Gozi, possibile che siano possibili scivoloni di questo tipo?
E adesso, detto questo, leggiamo i nomi degli assenti. In paesi terribili e totalitari che si chiamano Australia, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti d’America, è normale rendere noti i nomi delle persone e il loro orientamento al momento del voto, nonché i nomi di quelli di chi si è assentato al momento giusto. Impariamo a farlo anche da noi.
Ci sono in quel gruppo persone che non voterei manco morto, compresi alcuni pregiudicati graziati da mamma PD; gli altri continuo a stimarli, ma questo non mi impedisce di dirgli: SVEGLIA!

Bersani, Boccuzzi, Boffa, Bucchino, Calearo, Calgaro, Capodicasa, Carra, Ceccuzzi, Cesario, Codurelli, D’Alema, D’Antoni, Damiano, De Micheli, Esposito, Fiano, Fioroni, Franceschini, Gaione, Garofani, Giacomelli, Gozi, La Forgia, Levi, Lo Sacco, Lolli, Maran, Martignoli, Martino, Meta, Mogherini, Mosella, Picierno, Pistelli, Pollastrini, Pompili, Porta, Portas, Rosati, Sani, Servodio, Tenaglia, Turco, Vaccaio, Vassallo, Vernetti, Villecco Calipari, Zampa. Altri otto deputati del PD, compresa la Bindi, erano in missione. Missing in action…

Invece Ileana Argentin ed Ermete Realacci hanno denunciato in aula il malfunzionamento dell’apparato di voto elettronico. Loro c’erano, almeno formalmente, ma sono risultati killed in action…
Speriamo sia l’ultima volta che si perde un’occasione simile.

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Mag

24

Un po’ di programma…

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Mag

21

Università italiana/università europea

Dall’ottobre 2008 l’università è scossa dal tentativo congiunto Tremonti7Gelmini, di sottrarre risorse all’università pubblica per favorirne il processo di privatizzazione. In cinque anni si prevedono tagli per 1.440 milioni di euro, mettendo gli atenei nella condizione di dover chiudere i propri bilanci in rosso con pesanti disavanzi. In questa situazione, docenti e ricercatori delle università italiane si sono mobilitati, insieme al personale amministrativo e agli studenti. Come ricercatori della Statale di Milano abbiamo elaborato il documento scaricabile al link che segue.

Vi consiglio di leggerlo e commentarlo, così da non dover dire, domani, che nessuno ha fatto nulla per salvare non un sistema – che è poco difendibile – bensì il principio che l’alta formazione deve essere finanziata e controllata dal pubblico con criteri di merito ed efficienza, non lasciata in balìa delle speculazioni e degli interessi di pochi operatori privati.

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Mag

20

La corda si spezza

Adesso si levano alti gli strilli di quelli che dicono che ci sono dei violenti che hanno interesse a fare casino; adesso si trovano a decine, pronti ad assicurare che qualcuno – gli studenti, ovviamente – hanno esagerato. Pochi invece sprecano qualche parola sul comportamento della polizia, che se pure ha esagerato deve comunque essere sempre capita.
La notizia degli scontri al cosiddetto G8 dell’Università non aiuta però a focalizzare il problema vero, reale dell’università italiana: un sistema al collasso. Ma non a causa della sua natura di sistema al servizio della classe borghese per la formazione di un esercito di disoccupati, come concepisce, in maniera marxisticamente rozza e ingenua, il ribellismo inconcludente che cerca lo scontro con la polizia, bensì perché si tratta di un sistema ancora governato con le norme dei primi anni del XX secolo. Leggi il seguito »

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Mag

18

Ancora alcune domande e risposte

Ho ricvevuto da Enrico Castruccio delle domande sui mortivi e sul mio ‘programma’ di candidato europarlamentare. Qui pubblico tutto lo scambio, cdomande e risposte.

1) Perché è importante votare alle Europee?

L’Europa è la dimensione politica e sociale che sempre più deve coinvolgere e interessare i cittadini italiani e degli altri Paesi europei. Attualmente dal 70% all’80% delle decisioni prese dai parlamenti nazionali sono provenienti dal Parlamento europeo, sotto forma di direttive e regolamenti che vengono accolti nell’ordinamento italiano. La legislazione europea è superiore a quella nazionale in molti settori cruciali (commercio, economia, tutela dei diritti in campo lavorativo, concorrenza, tutela dei consumatori) e il Parlamento europeo è pienamente coinvolto in questo processo. Logico quindi che partecipare alla scelta dei rappresentanti europei sia un momento essenziale nella vita democratica anche dell’Italia. È quindi anche scandaloso il silenzio colpevole che media e partiti di governo mantengono circa le problematiche europee: il silenzio sull’Europa è la forma contemporanea del qualunquismo fascistoide. Leggi il seguito »

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Mag

15

Turisti della democrazia

Vi ricordate come Berlusconi apostrofò i parlamentari europei, dando nel contempo del «kapò» al socialista tedesco Martin Schultz? Disse che i parlamentari che avevano ascoltato allibiti lo sghangherato discorso del Presidente del Consiglio italiano erano dei turisti della democrazia. Senza immaginare che una buona parte dei «turisti» all’europarlamento ce li avrebbe mandati lui, scegliendo come parlamentari di Forza Italia persone che poi non partecipano ai lavori. Turisti, appunto, ammaliati dalle bellezze di Strasburgo o di Bruxelles si dimenticano che hanno un lavoro da fare, per il quale sono – pensate un po’ – pure retribuiti. Leggi il seguito »

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Mag

13

Intelligenza a giorni alterni

L’on. Salvini della Lega, quello salito (?) agli onori della cronaca perché ha proposto le carrozze della metropolitana solo per i milanesi, aveva dato prova anche nel passato della sua sagacia e padana arguzia. Infatti fu uno dei due italiani che nel giugno 2005 votarono, nell’europarlamento, contro l’approvazione dello statuto dei parlamentari europei, che uniformava la retribuzione degli europarlamentari a 99.500 euro. Lui preferiva evidentemente quella precedente, fissa a 144.000 euro annui, un record tra i Paesi dell’Unione (si veda il post sulla retribuzione dei parlamentari europei).

Ma questo i contribuenti padani, quelli che versano imposte per pagare un simile genio della stirpe – padana, ovviamente – non lo sanno. Anzi, lo ignorano bellamente. Esempio di informazione selettiva, anzi, razzista.

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Mag

12

Per la ricerca

bosco1Tra pochi giorni si vota per le elezioni studentesche. Un momento che, da ricercatore, attendo sempre con ansia perché partecipo dei timori e delle preoccupazioni dei miei studenti circa il futuro dell’università. Da quando l’Onda ha fatto sentire la sua voce, dal giugno 2008 in poi, alcune cose sono cambiate. Voi, studenti, lo sapete. Sapete quanto si è parlato di voi, di noi. Sapete quanto abbiamo fatto paura ai soloni della Ricerca con la R maiuscola, quelli che la usano come una clava buona per ogni occasione. Leggi il seguito »

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Mag

11

Legge ad structuram

All’on. Carlucci ha dato di balta il cervello. La celebre soubrette, attualmente anche onorevole, è la promotrice di un disegno di legge che equipara blog e social network alla stampa per quanto riguarda i reati.
Il gestore di un blog, come questo o come altri, diventerebbe responsabile direttamente dei contenuti.
Si tratta di una norma palesemente stupida. I blog e i siti sono già perseguibili per eventuali reati ‘in rete’: qualsiasi indirizzo IP diventa un’impronta digitale indelebile. Mentre la natura del blog è tale da non prevedere un controllo o una moderazione preventiva. Scrive chiunque ciò che vuole, e lo scritto può restare anche alcuni giorni prima che l’admin del sito lo legga o se ne accorga.
Non sarà invece che l’on. Carlucci ha ricevuto istruzioni dal padroncino di prendersela con siti come Youtube, che in maniera inclemente diffondono gaffes e figuracce varie del piccolo e onnipresente malato di protagonismo?
La legge sembra fatta apposta.
Ma c’è un vantaggio: Internet non è controllabile, e non è censurabile con facilità.
Nessuno controlla la rete, tanto meno le leggi ad structuram, sviluppo di quelle ad personam.

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Mag

7

Lukashenko – o dell’ignavia europea

l_f54215b9655543d49c70554b431f069eIl presidente bielorusso Aleksander Lukashenko sente il bisogno di rassicurare il potente vicino russo e in un messaggio affidato al ministro degli Esteri Sergey Lavrov dice che il progetto di partenariato messo in campo dall’Unione europea a favore di Bielorussia, Ucraina, Moldova, Georgia, Armenia e Azerbaigian, non deve diventare un’arma rivolta contro “qualcuno”. Un qualcuno che non può essere altri che la Russia.
L’aspirazione all’aumento delle relazioni tra l’Unione europea e i paesi che occupano la fascia a confine tra Russia europea e Unione europea non può che essere salutata con favore. Ma forse l’Unione europea deve cominciare a mangiare un poco di midollo di leone e mettere al primo posto non solo gli interessi economici per l’aumento delle relazioni commerciali, ma anche il tema dei diritti civili e soprattutto degli interlocutori che si scelgono. Lukashenko è un dittatore, il presidente di una delle ultime dittature europee. Anzi, dell’unica. Leggi il seguito »

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